“Se voglio diventare una scienziata ancora non lo so, so solo che può dipendere solo da me”.
Questa una delle dichiarazioni rilasciate ai giornalisti dalle bambine che hanno partecipato all’International Day of Women and Girls in Science.
Lo scorso 12 febbraio, 20 bambine delle elementari e 50 delle scuole superiori sono state le protagoniste al Dipartimento di Fisica della Giornata Internazionale per le donne e le ragazze nella scienza, voluta dall’Assemblea delle Nazioni Unite per promuovere l’uguaglianza di genere e a far sì che donne e ragazze ottengano parità di accesso e partecipazione nella scienza.
La giornata ha avuto inizio nell’aula magna di medicina, con una platea tutta al femminile che coinvolgeva anche le ragazze che hanno partecipato alle Masterclasses organizzate per l’occasione dal Dipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche.
A dare il benvenuto alle bambine e alle ragazze sono state Micaela Morelli, Prorettore delegato per la ricerca dell’Università di Cagliari , Anna Maria Musinu, Preside della Facoltà di Scienze, Giovanni Bongiovanni, Direttore del Dipartimento di Fisica, Alberto Masoni, Direttore della Sezione di Cagliari dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e Viviana Fanti, organizzatrice dell’evento.
Dopo i saluti iniziali, le bambine e le ragazze sono state coinvolte in differenti attività sperimentali.
Le bambine hanno partecipato al laboratorio “Madame Curie e i segreti della materia” curato da Alessia Zurru, Alessandra Bernardini e Sara Intina, mentre le studentesse delle superiori, divise in gruppi sono state coinvolte in differenti attività sperimentali.
Con il supporto di Francesca Dordei, un gruppo è andato “Alla scoperta delle proprietà della materia e dell’antimateria in LHCb”; con Ester Casula le ragazze sono andate “Alla ricerca di particelle strane in ALICE”; con Stefania Porcu hanno potuto “Guardare dentro le molecole”; con Elisa Pinna hanno indagato “Gli specchi della Fisica”; un altro gruppo con Daniela Marongiu ha studiato i “Nanomateriali luminescenti al microscopio”; Silvia Acosta Gutiérrez ha mostrato come “Spiare i batteri” e Piera Muzzetto ha mostrato l’uso dei “Raggi X in fisica medica: il mammografo”.
La giornata è stata poi arricchita dagli interventi di GiULIAgiornaliste, inaugurati dalla presidente Susi Ronchi che ha parlato della relazione difficile tra Donne e Scienza: “Un’indagine condotta in 5 paesi europei, tra cui l’Italia, da Opinion way ha dimostrato che solo il 10% degli intervistati pensa che le donne abbiano particolari attitudini per la scienza. Il 70% in Italia è convinto che non possiedano le capacità per perseguire un’alta carriera, mentre per la stragrande maggioranza sono portate per le scienze sociali, le lingue, la comunicazione e l’arte”.
Molto apprezzato anche il momento del dibattito pomeridiano introdotto dalle GIULIAgiornaliste Valentina Guido, addetta stampa dell’Università di Sassari che ha parlato del tema “Il linguaggio di genere non è solo un gioco” e Federica Ginesu, giornalista free lance, che ha presentato “Il linguaggio di genere che racconta la storia delle donne“.
La giornata si è conclusa con un collegamento in diretta audio/video con le scienziate del CERN di Ginevra e con altre ragazze collegate contemporaneamente dalle Università di Madrid e Barcellona. In collegamento dal CERN anche la ricercatrice sarda Marianna Fontana che ha potuto raccontare la sua esperienza concreta e motivare le ragazze che sognano un futuro da scienziate.
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Scarica le presentazioni di GIULIAgiornaliste:
Susi Ronchi – Donne e Scienza: le docenti nelle Università sarde
Valentina Guido – Il linguaggio di genere non è un gioco
Federica Ginesu – Il linguaggio di genere che racconta la storia delle donne